I seguaci più attenti del profilo Cose Brutte Impaginate Belle e, in particolare, de “La Situa” probabilmente se ne saranno accorti: ultimamente ho fatto molte offerte relative ai prodotti di CBIB.
Non è un problema di calo delle vendite, non è un discorso relativo a “Black Friday” o promozioni legate all’arrivo del Natale: sto svuotando il magazzino. E lo dico con felicità, tristezza e un poca di nostalgia: sì, tutto assieme.
Sto svuotando il magazzino perché ho raggiunto la consapevolezza che il progetto è cresciuto troppo, ed io non sono più in grado di gestire la logistica da solo. Spazio ne ho, quello sì, ed è stata una grande fortuna, ma il tempo che mi porta via è enorme e, soprattutto, non è il mio lavoro. Di conseguenza ho deciso di affidarmi a un’azienda specializzata in questo perché come esorto le persone a non fare grafica da soli, ma di affidarsi a dei professionisti, anche per me è arrivato il medesimo momento, ma con le spedizioni. E lo dico con gioia perché significa che il progetto è cresciuto: chi lo avrebbe mai detto. Un anno fa, quando le restrizioni lo rendevano possibile, vari amici mi hanno aiutato a “fare pacchi” per spedire l’incredibile mole di copie de “La Situa” stampate grazie al crowdfunding. Anche i miei genitori mi hanno aiutato più e più volte: mia madre metteva gli adesivi nelle buste, mio padre ha montato e timbrato centinaia di scatole. È stata un’avventura divertente, stancante, di suo incredibile e meravigliosa, ma è ora di basta: non è serio, non è professionale e non è il modo corretto di approcciarsi al lavoro.
Di conseguenza, dopo essere stato contattato in modo gradevole tramite posta tradizionale da una mia follower, ho deciso di delegare questa mansione alla sua azienda. Proviamo. CBIB a me ha dato tanto, chi mi segue mi ha dato tanto, provo a dare un ritorno almeno ad alcuni di voi. Il mio lavoro è fare grafica o, ormai, gestire al meglio quella pagina e creare cose nuove per essa: ho bisogno di tempo per farlo e le spedizioni me lo stavano assorbendo tutto. Anche di più.
Perché dico “tristezza“? Perché quando una cosa si chiude resta sempre un poco l’amaro in bocca per un ciclo che se ne va, anche se si chiude per aprire una strada tendenzialmente migliore e quindi c’è “felicità“. La Nostalgia nasce per i medesimi motivi: il disagio dell’inscatolamento un poco mancherà. Il freddo in inverno, il corriere come unica persona che vedevo durante il lockdown, le mie scorazzate in zona rossa per andare al Centro Grandi Smistamenti a spedire centinaia di Piego di Libri. Sembrano passate ere geologiche: #einvece è un anno fa.
Il proposito è tornare ad avere più tempo per pensare e quindi più tempo per creare un qualcosa che dia un ritorno alla collettività in termini di ironia e grafica: non è molto lo so, ma è quello che so fare. L’idea per il futuro prossimo è quella di slegarsi dallo shop diretto, non cadere nella tentazione di fare una massa infinita di prodotti, scadendo nella qualità e diventando paccottiglia: l’idea è quella di creare delle collezioni di prodotti mirate, ad hoc, limitate, e magari con la possibilità di donare una percentuale ad associazioni o enti che portano avanti progetti legati al sociale. Non diventerò mai ricco: pazienza. Non è mai stato il mio fine. Desideravo una vita da persona libera negli spostamenti e nel pensiero, con un reddito dignitoso, apprezzato nel lavoro e soprattutto una vita in cui potessi andare a dormire senza ansia e svegliarmi senza pressione. Ce l’ho fatta. In tempo di pandemia.
Finirà? Tutto ha una fine. Ma intanto ho fatto.
Del domani non v’è certezza, quindi oggi mangio pizza.